L'INTERVISTA. Il punto della situazione gialloblù con il capitano Gianluca Urbinati
Conferenza stampa di metà settimana, prima del derby con l’Ancona Matelica, con il capitano Gianluca Urbinati, costretto ad uno stop importante per la rottura delle ossa del naso nello scontro con un calciatore della Lucchese domenica scorsa. Con lui, seguendo le domande inviate dai colleghi della stampa, abbiamo fatto il punto della situazione.
Partiamo dalla tua situazione attuale. Come stai Gianluca in questo momento e qualcuno da Lucca si è fatto sentire per sapere come stavi?
“Diciamo adesso un po' meglio anche se sono ancora intontito ma è normale dopo quanto accaduto. No, nessuna chiamata è arrivata da Lucca. So che questo sono cose che succedono nel calcio e nell’immediato ho pensato ad uno scontro anche fortuito. Poi ho rivisto bene la dinamica e le immagini, posso dire che un po' di amarezza è rimasta. L’attaccante è venuto in maniera scomposta e direi pericolosa. Oltretutto neanche una chiamata ne da lui ne da Lucca ma questo francamente poco importa. Andiamo avanti e sono sicuro che tornerò ancora più forte di prima per aiutare la squadra in questo finale di stagione”.
15 giorni di prognosi. Quando pensi di poter tornare in campo?
“La prognosi è questa, valuteremo lo stato di avanzamento dei tamponi che ho nel naso. Giornalmente facciamo il cambio dei tamponi all’ospedale Torrette. In maniera graduale si saprà il giorno del ritorno in campo. Sono fiducioso perché una volta scongiurata l’operazione c’è maggioe ottimismo. Quando sono arrivato all’Ospedale, nel reparto maxillo facciale, il medico mi ha chiesto se per fare la manovra che consentiva di rimettere in sesto il naso preferissi farla con o senza anestesia. Ho scelto di farla senza in modo da fare anche prima, stringendo molto i denti perché il dolore è stato veramente molto molto grande. Ma ci siamo ed ora inizia il percorso di recupero.
Ci siamo oltretutto già attivati, insieme a Walter Costi per la maschera protettiva. Oltretutto nello stesso posto in cui fecero la maschera sia Valentini che Comotto. Appena sarò più sgonfio andremo a prendere le misure per essere pronti il prima possibile”.
Torniamo alla squadra. E’ questo il momento più difficile della tua esperienza a Fermo?
“Beh direi di si. Da un lato per la lunga striscia di gare senza vittoria e dall’altro per la posizione in classifica: diciamo che questi fattori stanno indicare che questo è il momento in cui stiamo vivendo le maggiori difficoltà di questi anni. Ma sappiamo come affrontare certe situazioni, come gestire certi momenti e siamo pronti a dare tutto di noi stessi”.
Il presidente Simoni ha chiesto di far quadrato attorno a voi: lo spogliatoio lo sta facendo?
“Quando arriva il presidente al campo è sempre qualcosa di positivo, trasmette fiducia ed entusiasmo. Dopo le sue parole abbiamo ancora di più unito lo spogliatoio e ci siamo ulteriormente compattati. Diamo tutto in queste battaglie che ci restano e che devono portare la salvezza della Fermana”.
Con l’Ancona Matelica è una partita che può vale una stagione?
“Vale tantissimo, anche se mancano ancora diverse gare alla fine. Ma sarei un bugiardo se dicessi che non sia la gara più importante della stagione. Serve un successo, una scossa che può far scattare quella scintilla che sta mancando. Manca quella per trovare ancora risultato positivo. Diciamo non sarà fondamentale la gara di domenica, ma sarà importantissima in questo senso”.
Il match con l’Ancona avrà un valore speciale perché fa tornare alla mente quella gara di ormai dieci anni fa. Nello staff c’è Paolo Pantera che l’ha vissuta in prima persona: vi ha raccontato qualcosa di quel giorno per farvi capire cosa è stato?
“Qualche volta con il mister ne abbiamo parlato e, devo essere sincero, in ogni sua parola ricordando quel giorno trasuda tanta rabbia ed amarezza. Era il momento in cui si completava un percorso importantissimo, in uno scenario incredibile. Sembrava tutto perfetto e invece arrivò quell’amarezza finale che rovinò un’atmosfera incredibile”.
La vittoria manca da 13 partite. E’ un fardello che vi sta condiziona mentalmente?
“Normale quando non vinci da tempo, la mente e la testa fa dei viaggi e cominci a pensare tanto ma soprattutto a non essere tranquillo. Non sei libero completamente ma la nostra squadra ha esperienza ed è assolutamente all’altezza della situazione. Non sono preoccupato ma sono fiducioso che in queste ultime nove possiamo raggiungere l’obiettivo che tutti sappiamo e vogliamo fortemente”.
A Montevarchi meritavate il pari, ma a Lucca non siete mai riusciti a tirare in porta: come te lo spieghi?
“Me lo spiego per la diversità degli avversari. Parto da Carrara dove meritavamo qualcosina in più, con il Gubbio il rigore sbagliato all’ultimo ci ha aiutati, con la Vis Pesaro non l’abbiamo chiusa e siamo stati raggiunti. A Montevarchi abbiamo avuto un sacco di palle gol mentre a Lucca senza tirare in porta abbiamo portato via un pari. C’è una diversità di avversari secondo me: la Lucchese è organizzata, propone e ha giocatori di caratura e ci hanno messo in difficoltà”.
Pensi che questa squadra sia meno forte rispetto a quella degli anni scorsi? Cosa vi manca?
“Considero la squadra completa in tutti i riparti. Dire più forte o meno, dibattito che piace tanto in giro come ho avuto modo di sentire, è un dilemma sul quale non mi esprimo. La forza non sta nel curriculum dei giocatori o nel singolo ma va misurata dalla forza di un gruppo che può essere composto da giocatori con meno curriculum o provenienti da altri campionati. E’ sempre difficile stabilirlo ma la squadra di quest’anno per me è forte e completa in ogni reparto, con alternative in ogni ruolo”.
Quest’anno più difensore che centrocampista: ci può stare un calo mentale nel nuovo ruolo dopo tante partite?
“In questo momento e in questa situazione un calo mentale non è previsto, sei sempre a 100 all’ora, sei sempre in campo e giochi sempre dando al massimo. Nelle ultime due onestamente ho patito un po' di stanchezza mentale, anche se poi gli standard di prestazione precedenti erano alti. In queste due sono stato un po disattento e lo so. Ma ora ricarichiamo le pile e siamo pronti a dare il massimo”.
Il Recchioni lo sentite ancora come un fortino?
“Senza ombra di dubbio, è il nostro simbolo, la nostra casa. Siamo imbattuti da tantissimo tempo e la salvezza passerà dalle nostre mura. Cinque gare in casa e qui ci giocheremo tanto. So che quando vuole fare la differenza il nostro pubblico la fa. Non ho dubbi che già domenica i tifosi saranno li e saranno il dodicesimo uomo in campo”
La società vi ha parlato in questi giorni, quale è la situazione?
“E’ venuto il direttore Conti ma anche Simoni la scorsa settimana. La vicinanza c’è sempre stata, l’invito a compattare tutti noi del gruppo fermana e isolarci completamente, concentrandoci unicamente sull’obiettivo che vogliamo portare a casa”.
Infine cosa temi dell'Ancona?
“Bisogna fargli i complimenti perché dimostrano da due anni di saper fare calcio ad alti livelli, nella dirigenza e nella scelta dei calciatori. Temo l’entusiasmo di una squadra che sta facendo di più di quanto richiesto e la spensieratezza con cui verrà a giocare a Fermo. Per una squadra giovane come loro, non è da sottovalutare. Ma troveranno una Fermana tosta come tutti noi la conosciamo, una Fermana che al Recchioni diventa ancora più forte e tosta. Una Fermana pronta ad andare oltre le proprie possibilità per ottenere il massimo”.